A seguito della terribile scossa di terremoto avvenuta il 6 aprile nella mia regione in Abruzzo ho deciso, anche grazie all’invito della mia responsabile di stage la docente Angela Biancofiore, di scrivere una testimonianza sullo stato reale della città aquilana, e la mia esperienza personale che di certo non é paragonabile a chi quel giorno era a l’Aquila o a chi ha perso i propri cari. Ho lasciato la parola anche a mia cugina Antonietta per un'altra testimonianza, lei quella notte era al sesto piano della sua casa all’Aquila, si é salvata.
Dal mese di gennaio 2009 sto svolgendo un Erasmus placement, come stagista nella biblioteca del dipartimento di italiano, presso l'Università Paul Valéry a Montpellier in Francia e sono iscritta alla Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università degli studi dell'Aquila. La sera del 4 aprile sono partita da Montpellier per festeggiare la Pasqua insieme alla mia famiglia in Abruzzo, dopo quasi un giorno di viaggio arrivo a Pescara alle ore 19:00. Come ogni rientro trascorro la serata a raccontare della mia nuova vita in Francia, ma quella notte che segue le lunghe chiacchierate in famiglia sarà indimenticabile. Alle 3:32 siamo tutti svegliati dalla terribile scossa di terremoto, la paura che si prova è indescrivibile, ma noi siamo salvi, la casa dei miei genitori dista circa 80 chilometri dall’epicentro del sisma. Ma nel capoluogo della mia regione vivono mia cugina ed altre persone che conosco. Solo dopo un’ora circa ho notizie, sono salvi. Le scosse continuano anche nei giorni a seguire. Decido di partire per Montpellier dopo due settimane dal sisma. Il rientro è faticoso, sento la terra sotto di me ancora tremare e lascio la mia famiglia, gli amici e la mia terra con una enorme ferita. Riprendo il mio lavoro in biblioteca e dopo tre settimane dal mio rientro a Montpellier, ho il primo contatto tramite posta elettronica, con le responsabili dell’ufficio relazioni internazionali della mia università. Mi comunicano che la sede dei loro uffici è inagibile, quindi il lavoro viene svolto tra tantissime difficoltà. La perdita non sarà solo di questa sede ma di tutte quelle della Facoltà di Lettere e Filosofia, e non solo, situate purtroppo in pieno centro storico. Nelle settimane a seguire dal sisma la “vita universitaria” riprenderà sotto le tende. Oggi mi sento di poter dire che la mia università ha fatto e sta facendo di tutto per tornare a vivere alla “normalità” e non “perdere” i propri studenti. Ma il presentimento è che la mia regione subirà un doppio “furto” il primo quello naturale del sisma, il secondo il furto di una identità sociale da parte di amministratori o di persone che hanno “potere” decisionale, che potrebbero scegliere di ricostruire senza nessun criterio morale. Spero che tutti noi avremo la forza per ri-costruire senza lasciarci “illudere da nessuno”.
mardi 22 septembre 2009
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